Double cradle, in high tensile strenght tubular steel
Front Suspension
Telescopic hydraulic fork with Ø 45 mm, preload adjustable
Front Wheel Travel
120 mm / 4.7 in
Rear Suspension
Single arm suspension progressive linkage, rear shock absorber adjustable in
rebound ad pre-load
Rear Wheel Travel
110 mm / 4.35 in
Front Brakes
2x 320mm discs 4 piston calipers
Rear Brakes
Single 282mm disc 2 piston caliper
Front Tyre
120/70 ZR17
Rear Tyre
180/55 ZR17
Rake
26.3°
Trail
108 mm / 4.3 in
Dimensions
Height 1070 mm / 42.1 in
Length 2260 mm (89.0 in
Wheelbase
1554 mm / 61.2 in
Seat Height
800 mm / 31.5 in
Ground Clearance
185 mm / 7.3 in
Dry Weight
227 kg / 500.4 lbs
Fuel Capacity
17.2 Litres / 4.5 US gal
Balanced aggression. How could you not be seduced by the Griso that is so far
removed from all the others and the dream of every rider? It’s not often that
you can feel the heartbeat of a big twin engine even when the engine isn’t
running – with the Griso you can.
Moto Guzzis have such extraordinary personalities
that they attract enormous followings and so Moto Guzzi decided to make a model
that would allow more access to an already legendary machine. This machine
would be fitted with an 850 engine that enthusiasts know well.
Obviously the only thing that belongs to the past
is the size of the engine. All you have to do is twist the throttle to realize
that under the aggressive appearance a new heart beats.
The new engine is technologically very advanced
and offers sports-like performance especially when the road starts to climb or
becomes a series of wonderful twists and curves.
From first appearances, there is nothing to show
that this is the “little sister” of the Griso 1100. If you look closely you may
notice that there is no oil cooler on the right hand side, you may notice the
black frame or the grey transmission and wheels. All in all it is a bike with a
determined, exuberant character and its strength lies in its charm.
Prova
Le differenze estetiche
tra le due sorelle sono poche ma facilmente ravvisabili. Si possono
riassumere nella diversa colorazione del propulsore, dei cerchi e del
cardano, nella differente conformazione dei collettori di scarico, oltre
che nella mancanza sul fianco destro del bicilindrico 850, del radiatore
dell’olio. Proprio quest’ultimo particolare è quello che balza
all’occhio maggiormente e che a parer mio fa perdere qualche punto al
look della Griso 850 nei confronti della 1.100.
Per il resto è sempre la stessa, anticonformista senza età,
che appena proposta sul mercato è già diventata un classico. Rimangono lì dove sono i capisaldi stilistici: il
cannone fotonico (terminale di scarico) lo "smilzo" tappo serbatoio,
così come l’originale telaio tubolare doppia culla, unico nel suo genere.
Se esteticamente poco cambia, anche il piccolo, si fa per dire,
ottoemmezzo anzi 877 cc per la precisione, si allontana ben
poco dalla versione di maggior cubatura. Perde per strada qualche Kw, 56
al posto di 64,8, mentre la coppia tocca una punta di 70 Nm
contro gli 89 della sorella maggiore. Tutto questo senza smarrire strada
facendo i pregi del bicilindrico di maggior cubatura. Stessa
fluidità nell’erogazione dei cavalli, medesima capacità di
incassare senza "fremiti" le aperture di gas dai regimi più bassi.
Saliti in sella, la prima
impressione rimane quella legata alla prova della sorella maggiore.
Sella ad altezza "umana", 800 mm, manubrio largo (pure troppo...) e
pedane alte ed arretrate il giusto. Anche ciò che si para davanti agli
occhi è rimasto inalterato. La moderna strumentazione mista
analogico-digitale, ricchissima di informazioni (velocità
media-istantanea-massima, consumi, contachilometri totale-parziale,
orologio e temperatura ambiente) è la medesima della 1.100.
Lesto all'avviamento, il
bicilindrico pulsa e si scuote ad ogni apertura di gas, niente di
fastidioso per carità...e nulla a che vedere con la generazione
precedente del V90.
Come già apprezzato sulla millecento, anche la ottemmezzo,
conferma la bontà della nuova trasmissione. Niente "sclanc"
all'inserimento della prima e massima silenziosità anche per gli innesti
dei restanti cinque rapporti. Solo in scalata si manifesta un po’ di
rumorosità, ma i passi avanti, anzi meglio dire i salti, ci sono stati e
sono decisamente apprezzabili.
Se non fosse per la minor potenza e soprattutto coppia ai bassi regimi,
potrei dire che il comportamento stradale della 850 fotocopia
perfettamente quello della sorellona. I 227 chili di peso
spariscono nei primi metri di prova. A dispetto di quote
ciclistiche "solide", la Griso 850 si dimostra sempre, anche in questa
versione, un gran bel mezzo da misto. I pochi cavalli a disposizione
sono sempre pronti e facilmente scaricabili a terra (vorrei
vedere dico io, con un 120/70-17 davanti ed un 180/55-17 dietro gommati
supersport)
Mantenuta la grande velocità nei cambi di direzione, con
l'avantreno che non molla mai la propria "rotaia" ed una stabilità
decisamente elevata in ingresso e percorrenza curva, la Griso
junior si dimostra moto equilibrata e ciclisticamente sana.
Come per qualsiasi naked, il limite dei 120-130 km/h rappresenta la
soglia oltre la quale l’aria inizia a farsi sentire in maniera
fastidiosa, anche se in questo caso, l’ampio manubrio e la posizione di
guida leggermente caricata in avanti, aiutano a mitigare la spinta
contraria. Nell'utilizzo cittadino, ambiente che le si confà
decisamente, la rotondità e la capacità del V90 di trotterellare a
regimi da bradipo aiuta nello slalom automobilistico. Semmai dovessi
fare un appunto, questo è legato alla larghezza del manubrio, che
infastidisce nei tipici passaggi tra le auto incolonnate. Anzi gli
appunti sono due, vista la scarsa praticità del cavalletto, che per i
meno alti risulta scomodo da azionare (troppo lontano anche per un piede
prensile....).